Lubiana (in sloveno , pronuncia [ljuˈbljaːna][2]; in tedesco Laibach; in latino Labacum, anticamente Aemona) è la capitale della Slovenia fin dall'indipendenza (1991). Adagiata sul piccolo fiume Ljubljanica presenta un interessante centro storico in stile barocco e Art Nouveau. L'architettura della città, ricca di case col tetto a punta, risente molto dell'influenza della vicina Austria. La città è divisa in 17 circoscrizioni e ha 33 frazioni. Situata nel centro del paese, la città possiede una popolazione di circa 287.218 abitanti.[3] Lubiana è considerata il cuore culturale, scientifico, economico, politico e amministrativo della Slovenia. Nel corso della sua storia è stata influenzata dalla sua posizione geografica, all'incrocio della cultura tedesca, slava e latina.
Alcuni fattori che contribuiscono alla sua situazione economica sono la presenza di collegamenti viari, la concentrazione di industrie e istituti di ricerca scientifica. Lubiana è la sede del governo centrale, degli organi amministrativi e di tutti i ministeri della Slovenia. È anche la sede del Parlamento e dell'Ufficio del Presidente.
Gli storici non hanno ancora raggiunto un accordo riguardo l'origine del nome della città. Alcuni ritengono che il nome derivi da un antico nome slavo Laburus.[4] Altri ritengono che la parola derivi dal termine latino Aluviana seguente ad un'inondazione della città. La derivazione potrebbe ugualmente essere Laubach, nome che significa "palude". Infine, alcuni ritengono che il nome derivi dalla parola slava Luba che significa "amore".[4]
Secondo il famoso mito greco, l'eroe Giasone ed i suoi Argonauti, che avevano trovato il famoso Vello d'oro nella Colchide, si sarebbero poi diretti a nord lungo il fiume Danubio, invece che verso il Mar Egeo.[4] Dal Danubio si sarebbero diretti verso il suo affluente Sava, fino poi alla sorgente del fiume Ljubljanica. Essi demolirono la loro barca per poterla trasportare fino al mar Adriatico, che si trova più a ovest, al fine di ritornare a casa.[4] Entro i comuni dell'attuale Nauporto e Lubiana, gli Argonauti trovarono un grande lago circondato da una palude. Qui Giasone trovò un mostro. Questo mostro è il drago di Lubiana, che è ora presente sullo stemma e sulla bandiera della città.[4] Diversi draghi alati decorano ad esempio il Ponte dei Draghi (Zmajski Most). Questo ponte, costruito tra il 1900 e il 1901, è opera di Jurij Zaninović. Il drago (o lindworm, creatura mezzo serpente e mezzo drago) è anche un simbolo della vicina città austriaca di Klagenfurt, che è stata per secoli il grande centro spirituale sloveno.[5] A causa di questa vicinanza, la leggenda del drago di Lubiana e del lindworm di Klagenfurt sono spesso comparate e connesse.[6] Inoltre, le leggende sono state trattate in modo simile nelle due città in termini di araldica: i blasoni sono in entrambi i casi due draghi verdi, posti su un fondo rosso ed associati ad un edificio.
Già nel 2000 a.C., le paludi che circondavano la regione dell'odierna Lubiana iniziarono ad essere colonizzate dalle prime popolazioni che vivevano in edifici di legno su palafitte. Questi uomini vivevano di caccia, pesca, ma anche una primitiva agricoltura. Attraverso barche ricavate dai tronchi d'albero riuscivano a spostarsi all'interno delle paludi. Per il periodo successivo l'area fu un punto di passaggio per numerose popolazioni.[15]
Il territorio in seguito fu colonizzato dai veneti, che furono seguiti della tribù illirica degli Yapodi e infine dalla tribù celtica dei Taurisci nel terzo secolo a.C.[15]
I Romani costruirono nel corso del primo secolo a.C. il castrum di Aemona (anche Iulia Aemona).[16]
Il forte fu occupato dalla Legio XV Apollinaris.[17] La città fu distrutta nel 452 dagli Unni guidati da Attila,[16][18] e in seguito dagli Ostrogoti e dai Longobardi.[5] Aemona contava circa 5.000 abitanti e questa regione giocò un ruolo importante in molte battaglie. Le case di mattoni e colorate e intonacate possedevano già un sistema fognario.[16]
Nel VI secolo si insediò il popolo degli sloveni. Nel IX secolo, gli sloveni caddero sotto la dominazione del popolo dei Franchi, subendo spesso attacchi da parte degli ungheresi.[16]
Il nome della città, Luvigana, appare per la prima volta in un documento del 1144.[5] Nel XIII secolo la città è composta di tre zone: Stari trg (centro storico), il Mestni trg (piazza) e Novi trg (città nuova).[16] Nel 1220 riceve lo status di città, potendo quindi battere la propria moneta.[16]
Nel 1270 la Carniola, ed in particolare la città, entra tra i possedimenti Ottocaro II di Boemia.[16] Rodolfo I d'Asburgo ottiene la città nel 1278.[16] La città, ribattezzata Laibach, apparterrà alla casa d'Austria fino al 1797.[5] La diocesi della città è stata fondata nel 1491 e la chiesa di Saint-Nicolas diviene la cattedrale.[16]
Nel XV secolo, la città acquisita fama di centro delle arti. Dopo un terremoto nel 1511, Lubiana viene ricostruita in uno stile rinascimentale ed una nuova cinta è costruita intorno alla città.[19] Nel XVI secolo la sua popolazione è composta di 5.000 abitanti, di cui il 70% di lingua slovena. Nel 1550 vengono stampati i primi due libri in sloveno compresa una traduzione della Bibbia. Nel 1597 sono i Gesuiti a costruire una nuova scuola che è poi diventato un collegio. La città adotta negli anni seguenti uno stile architettonico barocco.[19]
Il dominio degli Asburgo venne brevemente interrotto durante le guerre napoleoniche e tra il 1809 e il 1813 Lubiana fu la capitale delle Province illiriche del Primo Impero francese.[20] Nel 1815 la città divenne austriaca e dal 1816 al 1849 fu parte del Regno austriaco d'Illiria. Nel 1821 la città ospitò il congresso in cui sarà definita la geografia europea degli anni seguenti.[21]
Il primo treno da Vienna arriva in città nel 1849 e nel 1857 la linea è estesa a Trieste.[20] L'illuminazione elettrica arriva nel 1898.[20]
Nel 1895 la città, che conta 31.000 abitanti, è vittima di un grave terremoto di magnitudo 6,1 sulla scala Richter. Il 10% degli edifici è distrutto, anche se si registra un numero di vittime contenuto. Diverse zone della città sono ricostruite in stile Art Nouveau.
Nel 1918, con il collasso dell'Impero austro-ungarico, Lubiana passò al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni poi tramutatosi in Regno di Jugoslavia.[5][22] Nel 1929 divenne la capitale della provincia jugoslava della Dravska Banovina.[23]
Durante la Seconda guerra mondiale, la città fu occupata e annessa dall'Italia nel 1941. Lubiana e il territorio circostante (Bassa Carniola) divennero una provincia italiana della regione Venezia Giulia, di cui Lubiana fu capoluogo con sigla automobilistica LB. L'attuale territorio comunale era articolato - oltre che nel comune capoluogo di Lubiana Città - anche nei Comuni di Dobrugne (Dobrunje), Gesizza (Ježica) e S. Vito (Šentvid).
Per contrastare gli atti di rivolta compiuti dalla popolazione locale, nella notte fra il 22 e il 23 febbraio 1942 le autorità militari italiane cinsero con filo spinato e reticolati l'intero perimetro di Lubiana,[25] disponendo un ferreo controllo su tutte le entrate e le uscite. Il recinto era lungo ben 41 chilometri. Furono arrestati 18.708 uomini; di questi 878 furono mandati in campo di concentramento.[26] Fino alla capitolazione dell'Italia, avvenuta l'8 settembre 1943, le autorità militari italiane fucilarono, per rappresaglia, oltre 100 ostaggi. Le fucilazioni furono compiute presso la cava abbandonata Gramozna jama nella periferia di Lubiana.
Successivamente arrivarono i tedeschi nel 1943.[22]. In seguito alla sconfitta dell'Asse, nel maggio 1945, le truppe tedesche e le milizie nazionaliste slovene si arresero all'armata comunista di Tito.
Dopo la Seconda guerra mondiale, la città divenne la capitale della Repubblica socialista di Slovenia e integrata alla Jugoslavia fino all'indipendenza avvenuta il 25 giugno 1991.[22] Dal 1991, è la capitale della Slovenia, che ha aderito all'Unione europea nel 2004.[22].